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Addentrandosi per qualche centinaio di metri nella Bodetal il discorso cambia. Il vociare dei bambini e il chiasso delle comitive svanisce lasciando il posto al silenzio verde della gola, al canto del Bode.
Nel fiume guizzano trote maculate, nascosti dalle alghe filamentose i gamberi d'acqua dolce rovistano il fondo con chele corazzate di vetro. Al suolo si fanno strada sul tappeto di foglie coleotteri di un azzurro elettrico, grossi ragni si stringono in una lotta mortale a vespe dalle ali vibranti.
Lo scarpone del Wanderer piomba in questo piccolo mondo feroce con un tonfo, facendo fuggire a grandi balzi un capriolo spaventato. Funghi bianchi e solitari alzano qua e là il loro ombrello carnoso, altri, piatti e duri, spuntano sulle cortecce di alberi antichi come scalette improvvisate. Le volte di smeraldo della foresta riecheggiano del canto di decine di uccelli canori e delle mitragliate del picchio. In alto, sopra alle chiome verdi, un falco dalla coda biforcuta sorveglia il bosco disegnando nell'aria circoli ampi e lenti.
Giovanni Tomasin